Quando la fisarmonica finisce nelle mani di musicisti come Gorni Kramer, Gianni Coscia, Thomas Sinigaglia o Fausto Beccalossi (i primi due per essere parte fondamentale del jazz italiano, i secondi per la loro vicinanza geografica ma soprattutto per la loro bravura) e naturalmente in quelle del pugliese Vince Abbracciante, si scrolla di dosso in un battibaleno tutti quei luoghi comuni che da decenni le sono stati appiccicati. Niente fiumi di note per esternare un virtuosismo fine a se stesso, ma invece grande meticolosità nella ricerca per la melodia, sempre esposta con grande gusto e raffinatezza.
Questi tredici brani che costituiscono “MPB!” (Musica Popolare Brasiliana”) ad esempio sono una tavolozza delle molteplici sfumature cromatiche della terra sudamericana e degli autori che l’hanno fatta conoscere ovunque e che hanno contribuito a contaminarla ed a fare in modo che contaminasse altri linguaggi musicali, come il jazz per esempio. Bastano la convincente, precisa e calibrata voce di Paola Arnesano e la straordinaria fisarmonica di Vince Abbracciante, non serve un’intera orchestra per raccontare le storie di Antonio Carlos Jobim, di Chico Buarque de Holanda o di Vinicius De Moraes e Milton Nascimento: bastano la passione, il rispetto verso questi autori e la voglia di mettersi in gioco che i due musicisti hanno “messo sul piatto” per la realizzazione di questo davvero ottimo lavoro.
Per ragione molto affettive comunque il brano che più mi è piaciuto è “O Sonho”, del – per me – fantastico Egberto Gismonti, un brano dei suoi inizi (1969, il disco era appunto “O Sonho”) prima che catturasse l’attenzione di Herr Manfred Eicher. Il resto della storia di Gismonti lo sapete…………….
“Mi tocca” fare ancora una volta i complimenti alla Dodicilune, davvero. Fossi il direttore di un VeronaFake Jazz Festival li inviterei………..
di Alessandro Nobis