Terranima
Vince Abbracciante – accordion
Gabriele Mirabassi – clarinet
Aldo Di Caterino – flute
Nicola Puntillo – bass clarinet
Giuseppe Smaldino – horn, shells
Nando Di Modugno – guitar
Giorgio Vendola – double bass
Pino Basile – tambourine, percussions
Alkemia Quartet
Marcello De Francesco – violin
Leo Gadaleta – violin
Alfonso Mastrapasqua – viola
Giovanni Astorino – cello
1 – Saltarello in Dodicilune
2 – Impressioni di Puglia
3 – Fantasia Terranima
4 – Requiem per un Ulivo
5 – Fuga a Sud
6 – Choro 5
7 – Genipabu
8 – La Borsini
9 – Serenata del Canto e dell’Incanto
All compositions and arrangements by Vince Abbracciante (Dodicilune edizioni)
Nelle nove composizioni originali Vince Abbracciante è affiancato dall’ensemble, già al suo fianco nel precedente lavoro “Sincretico” (Dodicilune, 2017), composto da Nando Di Modugno (chitarra), Giorgio Vendola (contrabbasso) e dall’Alkemia Quartet – Marcello De Francesco e Leo Gadaleta (violino), Alfonso Mastrapasqua (viola) e Giovanni Astorino (violoncello) – arricchito per questa nuova produzione dalla presenza di Gabriele Mirabassi (clarinetto), Aldo Di Caterino (flauto), Nicola Puntillo (clarinetto basso), Giuseppe Smaldino (corno, shell) e Pino Basile (percussioni).
Terranima propone una vera e propria musica da crocevia. In essa si incrociano istanze, desideri e sogni che profumano di terre lontane e di idee esotiche, pur restando fortemente ancorata alla terra della nascita e del nòstos. Negli arabeschi sonori creati da Abbracciante ci si trova un che di antico e un che di nuovo. C’è il sapore della terra salentina, generoso come un vino rosso primitivo, che pulsa, che innerva i non pochi abbandoni ad idee popolari e che ribadisce il forte legame dell’autore con quella Puglia così aspra eppure incredibilmente generosa come una madre. E c’è allo stesso tempo, la gentilezza del sospiro jazz che ricorda Astor Piazzolla con inesausta malinconia. Il disco è esprime il senso di un’intera regione: colta e popolare. Per ordire questa trama, Abbracciante utilizza lo strumento principale della musica popolare italiana, la fisarmonica, in un discorso che diventa una sola voce con gli archi dell’orchestra e con la voce solista di uno straordinario ospite solista, Gabriele Mirabassi. Se Astor Piazzolla, anche lui pugliese di origine, fosse nato oggi, suonerebbe questa musica.